La Lario pronta a festeggiare un anno di soddisfazioni
Sabato 28 la festa delle premiazioni e martedì 1° dicembre la cena sociale Fraquelli: “Ci saranno anche momenti difficili, ma tutti dobbiamo remare dalla stessa parte” Si avvicina il tempo di premiazioni e cena sociale alla Canottieri Lario G.Sinigaglia, l’appuntamento sarà sabato 28 novembre (dalle 16) per il riconoscimento agli atleti ed il 1° dicembre (martedì dalle 20.30) per la cena sociale con un ospite d’eccezione, il cantautore Davide Van De Sfroos. Grande soddisfazione in viale Puecher ad iniziare dai vertici del consiglio direttivo, il presidente Enzo Molteni e il suo vice Maurizio Ballabio. “E’ stata una stagione straordinaria e, consentitemi, nel segno del gentil sesso – ha commentato Molteni - tanto che abbiamo deciso di dedicare alla nostra squadra rosa i prossimi due eventi in società che chiudono di fatto la stagione agonistica: la festa delle premiazioni prevista e la cena sociale”. Eventi che giungono a pochi giorni di distanza dalla pubblicazione delle classifiche nazionali, che ha visto la Lario sesta nella classifica generale per società, settima nella Coppa Carlo Montù (trofeo a punti che tiene conto dell’attività agonistica Over 14 relativa a tutte le categorie) e quarta nel Trofeo D’Aloja, che tiene conto dei risultati ottenuti dalle categorie Allievi e Cadetti. Spetta però al direttore tecnico Stefano Fraquelli, fresco della nuova nomina ricevuta, tracciare un bilancio del periodo. Trentasettenne di Mezzegra, finanziere, Fraquelli è arrivato alla Canottieri Lario nel gennaio del 2004 per seguire il Cas (Centro di avviamento allo Sport) portato dall’allora vicepresidente Ruggero Capurso. Poi è diventato aiuto di Oscar Donegana sulla squadra Ragazzie Junior e poi allenatore dei Senior e allenatore capo. In cinque anni con l’indispensabile collaborazione di Donegana e Jaro Rocek ha portato alla Lario 19 titoli italiani, un vero e proprio record. Da atleta Fraquelli conta dieci partecipazioni ai campionati del mondo (ininterrottamente dal 1994 al 2003) con l’oro di Siviglia sull’otto ed è stato riserva alle Olimpiadi di Sidney 2000. Con il body delle Fiamme Gialle ha vinto ben 14 titoli italiani. Poi la decisione di cambiare ruolo da atleta ad allenatore. Un primo anno a Sabaudia nelle Fiamme Gialle e poi la Lario. Come sei riuscito a portare gli atleti del body bianconero a questi livelli? “Premetto che non è solo merito mio. A parte Daniele Gilardoni, Valeria Russo, Lorena Fuina e il neoacquisto Luca Durini che hanno avuto un percorso diverso, tutti i migliori ragazzi che abbiamo in società escono dal nostro vivaio. Sono passati quindi da chi mi ha preceduto nella formazione degli atleti. Carlo Stradella, Claudia e Marius Wurzel, Sabrina Noseda, Gaia Marzari, Giulia Longatti e Luca Bonacina sono cresciuti con l’impostazione meticolosa e professionale di Oscar Donegana, ad esempio. E’ vero, negli ultimi anni si sono aggiunti a questo gruppo Marta Labate, mentre Valeria Russo è stata la prima atleta che ho allenato Fiamme Gialle”. Come si fa a gestire una squadra con almeno dieci atleti nel giro della nazionale? “Bisogna rendere sempre consapevoli i ragazzi sul come ottenere dei risultati, qualsiasi essi siano. E questo si fa vivendo con loro, motivandoli e spingendoli al massimo impegno. Anche perché nel canottaggio si impara subito che non si vince solo ed esclusivamente con il talento. Bisogna anche credere in se stessi”. Visti i risultati e la tua giovane età, non ti è mai venuta voglia di affrontare un percorso a livello federale? “Adesso non ne avrei proprio il tempo – sorride Fraquelli – Ho collaborato un anno fa per la partecipazione di Gilardoni agli Europei in Grecia, ma l’esperienza si è conclusa lì, almeno al momento” Hai parlato di Gilardoni, ma com’è gestire un simile atleta in una squadra importante come quella della Lario, oppure una Claudia Wurzel, ad esempio, che ha già vinto due mondiali giovanili? “Serve un rapporto continuo di confronto e solo qualche volta di imposizione. Io mi impongo solo quando i miei atleti non riescono a capire dove voglio arrivare. Cerco di fare tutto affinché possano dare il meglio di loro stessi, quindi di risolvere i problemi e le difficoltà. Devono rendere sempre al massimo. E quando ci sono delle incomprensioni io credo che sia bello che tutti si ricordino di essere sulla stessa barca io, gli atleti di vertice, quelli non di vertice e la società. Ci sono stati, ci sono e ci saranno momenti difficili, con problemi anche indipendenti dallo sport. Problemi che possono essere importanti quanto le difficoltà di un atleta e un vero campione deve essere anche un grande uomo soprattutto in queste situazioni e remare nello stesso senso della squadra e della soceità”. Come ti sei trovato con il cambio di gran parte del consiglio direttivo della Lario? “Ottimamente, per il canottaggio è stato un cambiamento nel segno della continuità e garantito dalla presenza del presidente Enzo Molteni, persona a cui, insieme con Capurso devo moltissimo. Penso di essere riuscito giorno dopo giorno a riguadagnarmi la fiducia che avevo nel precedente consiglio”. Però le critiche non mancano mai alla Lario, anche dall’esterno? “Critiche e attestazioni di simpatia vanno di pari passo. Io ricordo sempre che la Lario deve gestire la non facile divisione tra Pusiano e Como, complicata dal punto di vista delle spese e dei sacrifici di chi si muove. Ogni risultato ottenute è frutto dello sdoppiamento della squadra che esce in barca a Pusiano e va in palestra a Como. Rispetto a chi ha un lago davanti a casa ed è più attrezzato per il canottaggio credo che i nostri risultati valgano di più”. Ma su Pusiano c’è un grosso progetto di rilancio? “Certo, ma io devo considerare il presente, con un centro remiero che oggi ha grosse lacune. Spero che vengano colmate con il nuovo progetto. La Lario, ma anche altre società del Lago di Como si stanno ingrandendo, gli atleti crescono, ci sono nazionali che spingono per venire ad allenarsi a Pusiano, non si può attendere molto ancora per la riqualificazione del centro remiero”. La squadra della Lario cresce, ora avete un altro azzurro, Luca Durini da Lezzeno? “Certo, Durini è l’ultimo arrivato sulla grande barca azzurra della Lario. E’ un ragazzo molto serio e che si impegna nello sport e nella vita. Ha scelto un percorso di studi non semplice (Università Bocconi di Milano) dopo la Maturità ottenuta con 100 e lode, ora deve solo vedere come si riesce a collocare in questa nuova dimensione di canottaggio”. Intanto a lui e a Bonacina è arrivata la chiamata dal selezionatore Polti per il raduno? “Queste ultime convocazioni sono la conferma del buon lavoro svolto. Giuseppe Polti ha chiamato Luca Bonacina e Durini, Marta, Claudia e Sabrina sono in ritiro a Varese con la femminile”. Quest’anno avrai però cinque atleti al college di Pavia, potrà essere un problema? “Direi di no anche perché questo vuol dire anche avvicinare Claudia Wurzel alla Canotitieri dopo gli anni negli Stati Uniti. Con Vittorio Scrocchi, allenatore del Cus Pavia ho sempre avuto un ottimo rapporto, ci sentiamo spesso, so che sono in buone mani. Anzi il problema sarà semmai questa estate quando saranno tutti qui alla Lario, avrò bisogno di un po’ d’aiuto a seguirli”. Anche perché il prossimo anno siete obbligati a confermarvi? “Confermarsi non è mai facile, ma noi proviamo a migliorarci sempre. La cosa più importante ora per la Canottieri Lario è che crescano alla svelta i nuovi “talenti” che vengono seguiti da Oscar, Davide Noseda e Lorena Fuina sono delle promesse e non bisogna perderli per strada. Certo devono subito capire che il canottaggio non potrà garantire loro un futuro a livello professionale, ma tante soddisfazioni si. I ricambi sono indispensabili nel nostro sport, ci deve sempre essere una squadra che spinge per arrivare al vertice e in questo momento non ci possiamo permettere dei buchi generazionali come invece è stato in passato”.
Paolo Annoni - Ufficio stampa Canottieri Lario G.Sinigaglia
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