Furto alla mostra della Lario, clochard se ne va con lo schienale di un divano

“Ma noi andiamo avanti e domenica aperitivo con le rime di Borzatta”
  
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Che sia stata la vendetta dei barboni fatti sgomberare nelle scorse settimane dagli agenti della polizia locale di Como dal sagrato dell’ex chiesa di San Francesco? E’ questa la domanda che si sono posti alla Canottieri Lario dopo l’odioso furto-vandalismo accaduto ieri pomeriggio all’interno della mostra “ La Lario in Arte. 120 anni e 120 quadri” in corso di svolgimento (dal 5 al 22 marzo) allo Spazio culturale Antonio Ratti di largo Spallino (chiesa sconsacrata di San Francesco), a Como. Un episodio che si unisce al furto di alcune offerte raccolte nella giornata inaugurale a sostegno del progetto disabili della stessa Lario e della sparizione di una copia del libro “Lo chiamavano Sina” dell’autore comasco Maurizio Casarola. Il terzo episodio è oltremodo antipatico. Ieri infatti un clochard è entrato nella mostra in chiaro stato di alterazione. Invitato alla calma dai presenti, l’uomo si è fermato ancora alcuni istanti nell’ex chiesa di San Francesco, tra le barche storiche e i dipinti, per poi darsi alla fuga nientemeno che con lo schienale di un divano. Un grosso cuscino largo un metro e alto circa 50 centimetri di una delle composizioni con cui la Bpa international di Cabiate ha arredato alcune nicchie dell’ex chiesa, grazie all’amicizia tra il direttore dell’azienda, Paolo Bianco e uno degli artisti che espongono, Giorgio69, al secolo Giorgio Lazzarin.
“Si è trattato di un gesto spregevole che ci mette anche in seria difficoltà con chi ha creduto in noi – commenta il vicepresidente della Canottieri Lario, Leonardo Bernasconi che con il consigliere Paolo Annoni e il collaboratore di sede, Emilio Gaglione ha curato l’allestimento e l’organizzazione della mostra – per il nostro 120mo anniversario abbiamo voluto regalare una mostra d’arte e di storia del canottaggio alla città di Como. Abbiamo tagliato il traguardo dei 1.000 visitatori nei primi tredici giorni di mostra, un risultato al di sopra di ogni aspettativa. Per l’inaugurazione abbiamo avuto il piacere di avere con noi ben tre assessori del Comune di Como. Poi purtroppo si sono registrati questi spiacevoli episodi”. Dopo questo furto pensate di chiudere in anticipo la mostra? “Chiudere dopo un simile furto sarebbe una sconfitta per tutti, per la città di Como innanzitutto. Pensiamo di aver animato un luogo bellissimo, ma che purtroppo ha un portico che troppo spesso è sinonimo di degrado. Vi dormono i clochard, è sporco, viene utilizzato come latrina. Le centine dell’aiuola sono state divelte dagli skaters per realizzare degli ostacoli da superare con le loro evoluzioni”. Quindi? “Quindi non molliamo, andremo avanti con l’entusiasmo che contraddistingue noi sportivi. Anzi rilanciamo. Domenica, per l’ultimo weekend di apertura della mostra abbiamo organizzato un aperitivo in mostra, con il poeta della Lario Riccardo Borzatta. L’appuntamento è dalle 17. L’ingresso sarà libero come in tutte le iniziative della Canottieri”. Un ultimo pensiero al clochard. “Penso che abbia dormito bene su quel morbido e raffinato cuscino”.


 

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